Nel mondo del design automobilistico, alcuni dei concetti più belli non vedono mai la produzione. La Peugeot Nautilus del 1997, frutto della collaborazione tra Peugeot e Pininfarina, è un ottimo esempio. Mentre Pininfarina è celebrata per i suoi capolavori italiani, la sua partnership decennale con Peugeot ha prodotto una delle sue visioni più sorprendenti, e alla fine irrealizzate, del lusso francese.
Una collaborazione di lunga data
Il rapporto di Pininfarina con Peugeot risale alla fine degli anni ’20, prima ancora che la casa di design torinese fosse formalmente fondata. I primi lavori prevedevano carrozzerie personalizzate per la Quadrilette, ma la collaborazione si è evoluta nel tempo. Verso la metà del XX secolo, Pininfarina costruiva intere automobili per Peugeot, a cominciare dalla 404 decappottabile. Questa partnership culminò nell’iconica 406 Coupé del 1996.
Il concetto Nautilus: puntare all’élite tedesca
Il concetto Nautilus, presentato al Motor Show di Ginevra del 1997, fu una dichiarazione audace. Peugeot, con l’aiuto di Pininfarina, mirava a sfidare direttamente il dominio di Mercedes-Benz, BMW e Audi nel segmento delle berline di lusso. Si trattava di un obiettivo ambizioso, soprattutto considerando le difficoltà di Peugeot nel competere con le case automobilistiche tedesche in questo ambito. La successiva berlina 607 non raggiunse mai la vera parità, e anche le attuali 508 e DS9 non hanno colmato completamente il divario.
Un fondotinta raffinato con un difetto
Il Nautilus era visivamente sorprendente, vantava superfici lisce e maniglie delle porte nascoste che ricordavano i design dell’Alfa Romeo. Tuttavia, è stata fondamentalmente costruita sulla vecchia piattaforma della 605, un modello introdotto nel 1989. Pininfarina ha sostanzialmente perfezionato una berlina executive esistente, tentando di proiettarla nel futuro. Il progetto è stato guidato da Ken Okuyama, noto per il suo lavoro sulla Ferrari Enzo, che ha abilmente creato l’illusione delle proporzioni della trazione posteriore nonostante l’auto rimanesse a trazione anteriore.
In anticipo sui tempi
Il concept era sostanzialmente più grande del 605, con una lunghezza di quasi cinque metri. Presentava eleganti ruote da 19 pollici e un design fresco e moderno che faceva sembrare la 605 antiquata. In particolare, il Nautilus incorporava caratteristiche in anticipo sui tempi, come specchietti laterali basati su telecamera e maniglie delle porte integrate. L’interno era altrettanto lungimirante, con doppi schermi e un futuristico quadro strumenti nascosto dietro un coperchio retrattile.
Uno sguardo al futuro
Sebbene il Nautilus non sia mai arrivato in produzione, prefigurava elementi dei successivi progetti Peugeot. La fascia anteriore ha influenzato la Peugeot 407 del 2004 e il tetto panoramico ha anticipato caratteristiche simili in modelli come la 308 station wagon dei primi anni 2000. La forma dell’auto potrebbe aver ispirato anche la Maserati Quattroporte, anch’essa progettata da Ken Okuyama.
Il confronto con la realtà
Sotto l’esterno elegante c’era lo stesso motore V-6 da 3,0 litri della 605, che produceva 197 cavalli e azionava le ruote anteriori attraverso un cambio manuale a cinque velocità. Dato l’aumento di peso del Nautilus, le prestazioni erano probabilmente deludenti. Il concetto non è mai stato pensato per la produzione; è servita come dimostrazione della capacità di Pininfarina di immaginare un’ammiraglia Peugeot.
Poco dopo il suo debutto, Peugeot ha portato lo stile internamente all’azienda, ponendo fine alla collaborazione di lunga data. Oggi Stellantis, la società madre di Peugeot, ha altri marchi – Alfa Romeo e Maserati – meglio posizionati per competere nel mercato delle berline di fascia alta. Il Nautilus resta un bellissimo sogno dimenticato.
In definitiva, la Peugeot Nautilus era una visione audace ma poco pratica del lusso francese che non si materializzò mai. È una testimonianza del potere del design automobilistico e della dura realtà dei vincoli di produzione.
